Il protrarsi del conflitto in corso da ben 10 settimane, sta registrando cali allarmanti per quanto riguarda l’economia generale.
Secondo il Centro Studi Confindustria si è registrato un calo dopo il rimbalzo di febbraio. Nello specifico, secondo i dati registrati dal centro il prezzo medio del gas naturale era più alto del 698% rispetto a prima dello scoppio della pandemia. Invece, il petrolio del mare del Nord registra un +56%. Per quanto riguarda la produzione, si registra un calo del 2,5% di tutte le filiere.
Le analisi condotte dal Centro Studi Confindustria
Ecco i dati pubblicati da Confindustria. “L’indagine rapida del CSC rileva a marzo una flessione della produzione industriale di -2,0%, dopo il rimbalzo registrato a febbraio (+4,0%), che ha seguito la caduta di gennaio (-3,4%) e dicembre (-1%). Nel 1° trimestre 2022, quindi, il CSC stima una diminuzione della produzione industriale di -1,6% rispetto al 4° trimestre del 2021. L’ulteriore calo della produzione rilevato dal CSC in aprile (-2,5%) porta la variazione acquisita per il 2° trimestre a -2,5%, pregiudicando la dinamica del PIL italiano nel 2° trimestre, dopo la flessione nel 1°. Gli ordini in volume diminuiscono a marzo di -0,6% su febbraio, ad aprile di -0,4%.”
“Le indagini sul sentiment imprenditoriale e le ridimensionate dinamiche di ordini e attese delle imprese non lasciano intravedere miglioramenti significativi nel breve termine.” È questo l’allarme di Confindustria. Parole poco rassicuranti che presagiscono un panorama difficile nel futuro economico – ricco di incertezze – degli italiani.
In seguito al rimbalzo positivo di febbraio, dovuto ad un effetto statistico, diversi fattori ostacolano la produttività già nel periodo antecedente alla guerra. Tra questi: i rincari delle materie prime e la scarsità di materiali, gli ostacoli all’esportazione.
Confindustria: “La percentuale di imprese manifatturiere che hanno segnalato difficoltà in termini di costi e prezzi più elevati e tempi di consegna più lunghi è rimasta elevata, sebbene in attenuazione rispetto al 4° trimestre del 2021. Il peggioramento dell’indice di incertezza della politica economica, che per l’Italia è salito a 139,1 punti a marzo per poi attestarsi su un valore poco inferiore in aprile (129,2 punti, +28,5% rispetto al 4° trimestre del 2021), accresce i rischi di un ulteriore indebolimento.”